'Comunicazione

Nel percorso educativo è fondamentale saper comunicare correttamente col cane perché non c’è educazione senza comunicazione!

Affinché ci sia una corretta comunicazione tra uomo e cane è necessario che vengano condivisi 4 aspetti fondamentali della comunicazione: semiotica (segno comunicativo), semantica (significato comunicativo), pragmatica (obiettivo della comunicazione) e mediatica (canale di comunicazione).

Il cane possiede un vero e proprio “body language” o linguaggio del corpo che si manifesta attraverso:

PROSSEMICA: la disposizione del proprio corpo nei confronti di un interlocutore (vicino, lontano, davanti, dietro, di lato). Nel cane possiamo evidenziare 4 zone:

-
zona pubblica: è quella che notiamo tra due cani che si incrociano per strada mantenendo notevoli distanze tra loro
-
zona sociale: si ha nel caso di due cani che si incontrano, si annusano e poi si allontanano
-
zona individuale: riguarda due soggetti che giocano e quindi il contatto fisico è permesso
-
zona intima: è riservata a due cani che dormono uno sull’altro, fanno grooming e che hanno una forte fiducia uno dell’altro.

APTICA: riguarda le azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri. Molte specie (tra cui l’uomo) hanno una forte necessità di contatto fisico.

POSTURA: è l’esposizione del corpo rispetto all’interlocutore (in piedi, seduto, raccolto, pancia all’aria) e comprende lo spostamento del peso, la posizione della colonna vertebrale e il mantello (orripilazione del pelo)

CINETICA: il movimento complessivo del corpo composto da traiettoria (diritta in caso di assertività, curva se il soggetto vuole prevenire eventuali conflitti) e velocità (indica solitamente il livello di arousal e lo stato emozionale del cane)

GESTUALITA’: il movimento delle parti articolate del corpo come orecchie (dritte, piegate in avanti, all’indietro, portate ai lati), bocca (rilassata e leggermente aperta, chiusa, labbra arricciate), coda (sia nella posizione che nel movimento) e zampe (rigide o rilassate).

MIMICA: l’espressione facciale realizzata dai muscolo mimici e riguarda gli angoli della bocca (in avanti o portati indietro), il naso (arricciato o rilassato), la fronte (corrugata o rilassata) e gli occhi (aperti, socchiusi o chiusi).
Analizzando tutti questi aspetti possiamo capire quello che il cane sta comunicando in quel preciso momento.

E’ molto importante che il proprietario, nella comunicazione col cane, presti la massima attenzione al suo senso somestesico (cioè alla consapevolezza di tutto il proprio corpo, posture e prossemiche) e al suo senso cinestesico (cioè alla consapevolezza del movimento del proprio corpo, gesti, cinetica, mimica). Quindi il proprietario dovrà saper utilizzare il proprio corpo per avviare una corretta comunicazione col cane evitando aloni semantici (quando uno stesso segno ha più significati) polisemia (quando un significato ha più di un segno)

Attraverso il linguaggio del corpo il cane ha a disposizione molti schemi comunicativi che vengono utilizzati in diverse cornici e per differenti pragmatiche:

Segnalazioni di calma: servono ad impostare un incontro corretto (ad es. leccarsi il labbro, abbassare la testa, avvicinarsi seguendo una traiettoria curva,..)
Segnalazioni di pacificazione: servono a portare l’interlocutore da una situazione conflittuale a una di minor tensione (es. mettersi pancia all’aria o fare l’inchino per gioco)
Segnalazioni di criptazione: servono ad interrompere una comunicazione (es. fiutare, urinare, voltare la testa dall’altra parte)
Segnalazioni di disposizione: servono ad informare l’altro del proprio stato posizionale nel qui e ora (es. l’altezza della coda, la posizione delle orecchie)
Segnalazioni di ingaggio: servono per richiamare l’attenzione dell’interlocutore e ingaggiarlo in particolari attività (es. abbaiare)
Segnalazioni di stress: indicano un proprio stato di tensione rispetto a una particolare situazione (es. sbadigliare, grattarsi)
Segnalazioni di richiesta: servono ad aprire una particolare cornice relazionale o per indicare qualcosa che si desidera
Segnali di allerta: servono ad avvisare il gruppo o l’interlocutore di un evento possibilmente pericoloso (es. emettere uno sbuffo)
Segnalazioni di presenza: servono ad indicare la propria presenza in un particolare territorio